Per un singolare caso sono partita per Creta in nave la mattina dopo la sera in cui ho visto per la prima volta Donnie Darko (dopo anni di “devo ancora vedere Donnie Darko“, ma ogni cosa a suo tempo…). Serata agostana d’Atene, cinema all’aperto tra l’industrial e il campagnolo su sedie vecchie, consumate e scomodissime. E cosa c’entra Donnie Darko con Creta o, per la precisione, con Rethymno?
Avete visto Donnie Darko? Tante letture possibili – per me quella sull’ebbrezza-potenza adolescenziale resta la principale e più interessante –, ma soprattutto un buco nero di perché che ti resta dentro come un colpo di pistola. C’è un bivio nella vita di Donnie, un momento in cui la realtà si sdoppia e si frantuma in due possibilità, due strade parallele e comunicanti: muore o non muore il ragazzo quando il pezzo del motore di un aereo precipita sulla casa in cui vive centrando la sua stanza? Non lo sappiamo, ma in realtà sembra proprio scampare alla morte e vivere qualche settimana di bravate collegiali, amori, studi (con un’ossessione per le teorie sui viaggi nel tempo) e soprattutto visioni, interazioni con l’altra dimensione attraverso il misterioso coniglio. Un tumulto di sensazioni apocalittiche com’è tipico dell’adolescenza più viva: morte e risveglio, esplosione, molteplicità e febbre, paura e delirio d’onnipotenza. Poi a un certo punto, per effetto di una strana concatenazione di eventi che portano anche alla morte della sua ragazza e del ragazzo della sorella, Donnie si scopre morto nella sua stanza in seguito alla caduta di un pezzo di motore di aeroplano in volo. La ragazza, ora di nuovo viva, passa davanti alla famiglia radunata fuori dalla casa dopo l’incidente: li (ri)conosce o no? Ha mai avuto niente a che fare con Donnie?
Cinque anni fa ero pronta a partire per Rethymno dopo aver vinto un bando per la stagione lavorativa in qualche albergo. Io ero già lì, mi bastava soltanto finire di preparare la valigia e prendere l’aereo. Poi inizia un tracollo – il tracollo che ha ispirato il mio romanzo Tino non ci sta – in cui il mio corpo non mi appartiene più, si indebolisce fino a impedirmi di vivere normalmente e io finisco all’ospedale. Crohn grave, 38 chili di dolore e febbre, tutti i valori sotto zero o quasi, il sistema immunitario che logora l’intestino e io che non posso nemmeno camminare perché vedo tutto nero ogni volta che mi alzo. Flebo, intervento chirurgico urgente, stomia. A Rethymno non ci vado, naturalmente, tutta l’estate impegnata fra ospedale e ambulatori. Altre destinazioni mi attendono dopo la ripresa. E quest’anno decido che devo ricucire quello strappo, tornare un attimo in quel punto e alla luce di tutto passare per Rethymno e sentire la città, che pulsazione ha. Poi scopro il giorno prima che danno Donnie Darko al cinema all’aperto e vado a vederlo, con Rethymno in mente e la valigia pronta. Ci metto anche il film, in valigia, me lo porto con me in nave, anche se non si vede.
Com’è tornare a Rethymno cinque anni dopo non esserci mai stata? C’è una Malvina a Rethymno che mi osserva nascosta da qualche casa di quelle decadenti che sembra di stare a Venezia? Una Malvina che non si è mai più (o quasi) mossa da lì? E perché io ci torno proprio ora dopo aver visto Donnie Darko – o, meglio, perché mi è capitato per caso di vedere Donnie Darko proprio alla vigilia della mia partenza per Rethymno? Devo avere paura di qualche pezzo di aeroplano, del mio intestino, di qualcos’altro? Dolce amara Creta, in cui mi avventuro fra luci ed ombre, un po’ sola un po’ fra strani incontri del passato. Cinque anni dopo, e in fondo sempre in quella stessa ebbrezza adolescenziale di morte e risveglio, paura e potenza. L’ho incontrata una Malvina di montagna, e abbiamo chiacchierato a lungo smezzandoci un raki sul mare e nel vento lontano di Χώρα Σφακίων. Sono le casualità a dirigere gli occhi sulla molteplicità che abbiamo dentro: lo senti quanti rami diversi diversamente fioriscono?
non ho ancora visto Donni Darko, ma sono contenta tu abbia potuto vederlo appena prima di recarti in quel luogo, pare che abbia reso la tua visita ancora più consapevole e l’abbia arricchita di significato e bellezza. Hai sfruttato al meglio il caso o le fila della tua profondità.
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Grazie per il tuo commento, in effetti la casualita’ ha davvero arricchito il viaggio di significato e bellezza 🙂 Consiglio naturalmente la visione del film
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Donnie Darko è uno dei più bei film che abbia mai visto, e rivisto
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e sicuramente fra quelli che lasciano e scavano di più dentro. Complice anche la colonna sonora
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sì, molto buone le musiche, e poesia che qui e là spunta e si lascia intravedere
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